La domanda di strutture dedicate all’accoglienza infantile è, per ora, sempre superiore all’offerta. Da qui la convenienza di aprire un asilo nido come attività che possa dare una buona redditività.
Lavorare con i bambini, occorre però ricordare, non è cosa, mestiere o professione che si possa improvvisare, vista l’alta responsabilità implicata da questo tipo di lavoro, responsabilità reale sia dal punto di vista legale che umano.
I due modi principali per aprire un asilo nido sono comunque due: come investitore, e quindi senza l’idea di lavorare nella struttura, quanto meno in mansioni di contatto con i bambini, oppure da operatore per cui, ovviamente, il contatto è fondamentale.
Se si vuole semplicemente investire, non occorre nulla al di fuori della capacità di reperire figure competenti cui affidare l’attività operativa.
Nel caso invece si voglia proprio operare all’interno della struttura le cose cambiano fondamentalmente.
Se i generi di asilo nido possono essere infatti differenti (famigliare, privato, aziendale o pubblico) e le relative disposizioni di legge variare di conseguenza, le competenze per operare in un asilo nido sono comunque uguali in tutti i casi. In altre parole, che desidera fare questo lavoro, deve essere in possesso di uno dei seguenti titoli; maturità liceo socio-psico-pedagogico, operatore dei servizi sociali, maturità magistrale, tecnico dei servizi sociali, maestra di asilo, master per la formazione della prima infanzia, assistente di comunità infantile, titolo universitario pedagogico, dirigente di comunità infantile.
In assenza di essi, dovrete limitarvi ad agire come nel primo caso. Resta ovvio che però, in questo caso vi occorre personale abilitato, cosa che non significherà alzare molto i costi dell’attività.
Il DPGR 47 del 2003 (il cui contenuto è facilmente reperibile in rete) regolamenta espressamente gli aspetti riguardanti l’agibilità e le caratteristiche che devono avere i locali destinati a questa attività. Ad esempio, i locali devono rispondere, ai seguenti parametri; una metratura che va da un minimo di 114 ad un massimo di 300 metri quadri (6 metri quadri per bambino con un minimo di 19 e un massimo di 50 bambini) ma in alcuni casi da 36 metri quadri ad un massimo di 108. L’area riservata ai servizi igienici deve essere superiore a 8 metri quadri. Devono essere previste tre aree funzionali riservate al gioco, al riposo, e al cambio e servizi. Deve essere inoltre presente un’area esterna almeno pari, in metratura, a quella interna riservata all’attività.
Le caratteristiche sopra sono solo alcune, generiche, valide su tutto il territorio nazionale. Nel DPGR 47 sono descritte dettagliatamente tutte le ottemperanze ed i parametri per i diversi casi.
La domanda va presentata al comune corredata da una documentazione in genere piuttosto estesa ma, variando abbastanza spesso la materia in funzione del comune, è altamente raccomandabile una visita allo stesso per richiedere l’esatta descrizione di tutto ciò che è necessario.