Se il consumo di alcol è in progressivo costante aumento, non è detto che lo sia solo per il consumo indiscriminato da fine settimana.
E’ infatti noto che anche il gusto del pubblico per un bere che non sia finalizzato all’ubriacatura ma, al contrario, dedicato al piacere ed al gusto di prodotti di un certo livello, è in pari aumento.
Quella di aprire un’enoteca è quindi un’idea commerciale che può ancora garantire discrete soddisfazioni, sia professionali che economiche.
Certo è che non stiamo parlando di un Wine Bar, per il quale la faccenda cambia radicalmente.
Aprire un’enoteca che si rispetti, pur volendo seguire un piano di sviluppo progressivo, impone un investimento iniziale non minimo e, di conseguenza un certo rischio d’impresa.
Dal punto di vista degli adempimenti burocratici, occorre innanzitutto recarsi al comune di competenza per chiarire quali siano i passi necessari per l’apertura. Le incombenze sono infatti diverse a seconda del territorio di competenza ed è quindi fondamentale informarsi correttamente per evitare di incappare in problematiche ad attività già avviata.
Parlando invece del locale vero e proprio, volendo fornire un servizio di qualità, non potremo partire con una metratura al di sotto dei 100 metri quadri, possibilmente in zona di passaggio, anche se non obbligatoriamente centrale, ma certamente attrezzata ed arredata in modo consono.
Un discorso a parte meritano le attrezzature per il mantenimento di umidità, luce e temperatura, tre fattori di estrema influenza, come ben si sa, pre tutto ciò che sta in bottiglia o botte.
Per quanto riguarda la fornitura invece, dovremo considerare di partire con almeno 150 – 200 etichette, in modo da diversificare l’offerta a ricoprire la maggior parte possibile del mercato.
La scelta dei prodotti non dovrà mai scendere al di sotto di un minimo livello di qualità, sia per ragioni commerciali che, soprattutto per evitare di mettersi in concorrenza con la grande distribuzione organizzata, alquanto temibile da questo punto di vista.
Ovviamente non possiamo dimenticare che in una professione simile non è assolutamente consigliabile improvvisarsi. Occorre una profonda conoscenza degli articoli che si va a proporre, specialmente quando i prezzi iniziano ad alzarsi.
In un’enoteca che si rispetti infatti, non conterà solo la merce ma anche, e soprattutto, il servizio di consulenza che, immancabilmente, dovrebbe accompagnare questo tipo di vendite.
Non basterà quindi conoscere i vini, ma occorrerà sapere anche a quali pietanze potranno essere accostati. Stesso discorso vale per i liquori etc. etc., per i quali è consigliabile un notevole approfondimento.
La selezione della clientela avverrà in modo naturale, sulla base del servizio e dei prodotti offerti. Anche da questo punto di vista, parlando di pianificazione degli acquisti, occorre un tocco di personalità ma anche tanta, tanta preparazione.
In sintesi occorre pensare che il cliente in grado di spendere denaro per una buona bottiglia richiederà sicuramente precise qualità per il vino o il liquore scelti; fornirgli una buona consulenza sarà il fattore decisivo per fidelizzarlo.